"Il Comitato fiorentino, parte del Coordinamento nazionale dei Comitati per la Difesa della Costituzione, ha contribuito alla raccolta di 900.000 firme in tutta Italia per il Referendum costituzionale del 25-26 giugno 2006. Questo è il passaggio vitale per difendere la democrazia costituzionale nella forma equilibrata, pluralista e partecipata prevista dai costituenti.
Con la riforma approvata nel 2005 dalla maggioranza di centrodestra il Parlamento diviene schiavo del governo e l'opposizione non ha più alcun ruolo. Eppure la separazione dei poteri - cioè magistratura e parlamento indipendenti dal Governo - è la prima condizione di sopravvivenza di una democrazia.
La riforma aggredisce anche gli organi di garanzia: il presidente della Repubblica non avrebbe più i poteri di incidere sulla formazione del governo e di sciogliere il Parlamento; e la Corte Costituzionale avrebbe un maggior numero di membri nominati dalla maggioranza parlamentare: non sarebbe cioè più un organo di garanzia, ma di maggioranza.
E' una riforma illegittima che in blocco cambia circa 50 articoli della costituzione.
E' una riforma presidenzialista che accentra i poteri sul nuovo presidente del consiglio, eletto assieme alla Camera e col potere di scioglierla; e i deputati potranno sfiduciarlo, ma andrebbero a casa con lui.
Inoltre con la cosiddetta devolution - che costerà 50 miliardi - le Regioni potranno legiferare in materia di assistenza sanitaria, scuola e polizia locale, minacciando così l'unità e la solidarietà del Paese".
Con la riforma approvata nel 2005 dalla maggioranza di centrodestra il Parlamento diviene schiavo del governo e l'opposizione non ha più alcun ruolo. Eppure la separazione dei poteri - cioè magistratura e parlamento indipendenti dal Governo - è la prima condizione di sopravvivenza di una democrazia.
La riforma aggredisce anche gli organi di garanzia: il presidente della Repubblica non avrebbe più i poteri di incidere sulla formazione del governo e di sciogliere il Parlamento; e la Corte Costituzionale avrebbe un maggior numero di membri nominati dalla maggioranza parlamentare: non sarebbe cioè più un organo di garanzia, ma di maggioranza.
E' una riforma illegittima che in blocco cambia circa 50 articoli della costituzione.
E' una riforma presidenzialista che accentra i poteri sul nuovo presidente del consiglio, eletto assieme alla Camera e col potere di scioglierla; e i deputati potranno sfiduciarlo, ma andrebbero a casa con lui.
Inoltre con la cosiddetta devolution - che costerà 50 miliardi - le Regioni potranno legiferare in materia di assistenza sanitaria, scuola e polizia locale, minacciando così l'unità e la solidarietà del Paese".